Descrizione
La Dermatologia è ormai settore in rapida crescita, sia nell’innovazione terapeutica e tecnologica, sia nell’adesione culturale della popolazione al professionista e alla sua capacità di prendersi cura dell’ammalato. Nuovo significato è il ruolo dalle associazioni. Da parte sua il dermatologo sta sempre più utilizzando strategie terapeutiche che non si fermano solo alla superficie cutanea, ma investono la persona nella sua totalità.
Le patologie che più rispondono a queste caratteristiche sono proprio le malattie dermatologiche immunitarie, dove i nuovi scenari di governance impongono continui cambiamenti di passo. Sono le malattie infiammatorie cutanee croniche, le MICC, quelle in cui diventa fondamentale una strategia di collaborazione tra il dermatologo ospedaliero e quello territoriale, sia nell’ambito pubblico che privato, in una rete di sinergie con il medico di medicina generale e con gli altri specialisti. Il presente delle malattie dermatologiche immunitarie è quindi ricco di novità terapeutiche e gestionali, ma in futuro sempre più ravvicinato fa comprendere come bisognerà rapportarsi a quelle che si imporranno come nuove esigenze e nuove necessità.
E va fatto anche un lavoro di squadra tra le nuove e le vecchie generazioni, per costruire insieme il futuro, senza aspettare che il progresso colga tutti impreparati. In questa alleanza generazionale e professionale il ruolo centrale va ricordato che spetta sempre all’ammalato, al singolo ammalato, intorno al quale va costruita la dermatologia personalizzata di un presente che ha già il futuro dentro di se. In oncologia, in particolare nell’ambito dei tumori cutanei, recenti studi evidenziano che le differenze nel microbiota intestinale possono influenzare la risposta all’immunoterapia con farmaci anti-PD-1. In dermatologia, dalle ultime evidenze è emersa un’alterazione della composizione del microbiota intestinale nei pazienti con dermatite atopica.
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